martedì 21 ottobre 2014

Arte e memoria

Ho sempre avuto la passione per l'arte e la storia. 

Fin da bambino plasmavo forme di ogni tipo con tutto quello che mi capitava a mano, dalla plastilina all'argilla, dalla carta alla mollica di pane. 
Sono approdato a Venezia una trentina di anni fa e mi sono ritrovato a lavorare con il vetro, ovviamente muranese, creando lampadari e pezzi per importanti case. 
Adesso, alle soglie dei 60 anni in questo tempo di crisi, ho deciso di sviluppare altri progetti, in grado di raccontare storie. Storie di mestieri dimenticati, di città in continuo mutamento, di migrazioni e di tradizioni che viaggiano su meridiani e paralleli di mondo. 
Ho deciso di fermarmi e di imprimere questi pensieri nell'etere, oltre che nei miei pezzi, per non far perdere quella tradizione di eccellenza tutta italiana, in un'Italia che assomiglia sempre di più a quella perfettamente raccontata da Dante nel VI canto del Purgatorio "Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!"



Ecco quindi il motivo scatenante di questo ciclo di incisioni su foglia oro su supporti di vetro di Murano. 
La prima collezione si chiama TRACCE e consiste di una serie di mappe sette-ottocentesche delle principali città venete (Belluno, Mestre, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza). Inaugurerà a Mestre sabato 25 ottobre, presso la Galleria 3D - Via Antonio da Mestre 31 con il prezioso supporto di Adolfina De Stefani e di Gaetano Salerno. 

Perché le mappe? Perché TRACCE? 
Mi piaceva il concetto. TRACCE sono le vestigia del tempo che fu, prima dell'avvento della Rivoluzione Industriale che ha sconvolto l'urbanistica delle nostre città. 
TRACCE sono la memoria della polis, l'archetipo delle città e dei suoi spazi in cui si intessevano le relazioni sociali, culturali, commerciali e politiche tra individui. Quegli stessi spazi che oggi percorro anch'io, auspicando un recupero di quelle tradizioni che ci distinguono dal resto del mondo. 


In questo spazio virtuale scriverò di tutto un po': del mio lavoro, delle mie opere e dei mestieri che accompagnano la loro realizzazione. 
Mi sento erede di una tradizione antichissima, ma questo è solo l'inizio: è come partire avendo la consapevolezza di aver percorso già migliaia di chilometri. Ma forse è proprio questo il senso del divenire, della creazione. 

Buona lettura

photo by Daniel Perazzone

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